L'emergenza Coronavirus è tornata a spaventare l'Europa, che sembrava aver superato il peggio dopo l'allentamento dei lockdown imposti nei mesi scorsi.
Non solo in Italia si sta registrando una nuova impennata di casi, ma numeri importanti, ed anche più preoccupanti, sono arrivati dalla Spagna, Germania e Francia, dove in meno di un mese i positivi sono quasi quadruplicati.
Mentre ci sono ben 6 paesi europei che hanno fatto segnalare un numero di nuove
infezioni inferiore a quello dell’Italia si tratta della Norvegia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Ungheria e Lituania.
Proprio quest'ultima è il paese europeo con meno incidenza di casi.
La Lituania è riuscita a contenere con efficacia il virus, grazie a stringenti misure di lockdown introdotte subito dopo i primi casi, a metà marzo. Così, già il 15 maggio, insieme alle altre due repubbliche baltiche, Estonia e Lettonia, ha potuto inaugurare la cosiddetta “travel bubble”, una “bolla di viaggio” o di libero passaggio da una nazione all’altra pensata prima di tutto per far ripartire l’economia. Una Mini Schengen baltica per uscire dall’emergenza in modo coordinato.
Un coordinamento che il ministro lituano ritiene ora necessario a livello europeo e che auspica non solo per l'apertura dei confini e la libertà di movimento ma anche, per esempio, per l’approvvigionamento di forniture sanitarie, in modo da scongiurare gravi carenze come quella delle mascherine vissuta in diversi Paesi Ue, Italia compresa.
Sul fronte economico, la Lituania non è stata, certo, risparmiata dalla crisi, ma anche in questo caso, si è mossa con rapidità, come spiega Lukas Savickas, primo vice cancelliere, intervenendo con deleghe soprattutto economiche: «Già il 15 marzo abbiamo adottato un piano di stimolo: rinvio delle tasse per le imprese, integrazione fino al 90% del salario minimo dei lavoratori rimasti a casa, agevolazioni per prestiti e aiuti alle imprese, investimenti in infrastrutture». Un pacchetto costato finora sei miliardi, che ha però consentito di contenere i danni e di stabilizzare il mercato del lavoro, almeno stando ai dati degli ultimi due mesi.
La fase più originale e interessante è però quella inaugurata il primo luglio: altri sei miliardi di investimenti «per individuare le aree strategiche utili a rivitalizzare l’economia lituana: capitale umano, innovazione, economia digitale, cambiamento climatico e infrastrutture.
Particolare attenzione viene dedicata a un settore tecnologicamente avanzato e portato in primo piano dal virus come le scienze della vita, che è già tra i più redditizi del Paese, come dimostrato dalla crescita del 90% dell’esportazione di dispositivi medici, prodotti biotecnologici e farmaceutici.
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